Ecco la posizione più o meno esatta di Termini sulla mappa del 1857.
Nota di colore. La villa di forma triangolare è stata centro dell'ultima operazione di speculazione immobiliare della Roma pontificia.
Nel 1860 Roma aveva due stazioni: Porta Maggiore e Porta Portese (attuale P.zza Ippolito Nievo).
Il governo pontificio decise di creare un terminale unico e scelse la zona di Termini.
Tutta la zona era di proprietà della famiglia Massimo, che era venuta in possesso della villa a triangolo (Villa Peretti, costruita da Domenico Fontana per Sisto V), che vendette tutto allo Stato guadagnando grandi somme.
Il Cardinale De Merode, artefice politico della scelta, fece in modo di acquistare dei terreni tra Termini ed il centro, putacaso proprio nella zona nella quale lui stesso aveva tracciato la Via Nazionale.
Poi, dopo la breccia di Porta Pia, quando i gesuiti furono sfrattati dal Collegio Romano in centro, il principe Massimo costruì sull'ultimo lembo del suo terreno a Termini la nuova sede del collegio dei gesuiti, dove oggi c'è il Museo Nazionale Romano.
Tutta questa operazione di speculazione orchestrata tra De Merode, i Massimo e i gesuiti (l'ultimo dei Massimo era lui stesso un gesuita) fece sì che termini fosse costruita in una posizione sfavorevole per una stazione e cioè in cima a un colle (a Termini i traghettamenti sono sempre stati difficoltosi).