Dipendenza dalla tecnologia

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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby skeggia65 » Tue 28 May 2013; 16:17

C'è anche un problema organizzativo: se tutte le fatture dei fornitori sono cartacee e quindi comunque ho un classificatore dedicato, è illogico e confusionario tenere un archivio elettronico per altri documenti. :wink:
Articolo 21
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby friedrichstrasse » Tue 28 May 2013; 16:32

S-Bahn wrote:Mi ricordo un anno che siamo andati in vacanza in Calabria dandoci appuntamento con alcuni amici che arrivavano dalla Lombardia mentre noi si veniva dalla (non ancora ex) Jugoslavia, entrando in Italia da Ancona via mare. Una situazione impensabile oggi senza i cellulari e i navigatori. Ebbene, ci siamo tranquillamente ritrovati nel luogo e nell'ora convenuta senza nessun problema.


Le persone erano obbligate ad essere più puntuali e più affidabili di quanto siano oggi.
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby brianzolo » Tue 28 May 2013; 16:45

e poi una volta i treni erano sempre in orario :divano:
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby S-Bahn » Tue 28 May 2013; 16:54

Non stiamo parlando degli anni '30, al tempo della tua gioventù :mrgreen:
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby brianzolo » Tue 28 May 2013; 17:08

è arrivato peterpan :wink:
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby Federico_2 » Tue 28 May 2013; 19:49

skeggia65 wrote:C'è anche un problema organizzativo: se tutte le fatture dei fornitori sono cartacee e quindi comunque ho un classificatore dedicato, è illogico e confusionario tenere un archivio elettronico per altri documenti. :wink:


Mi sa che al giorno d'oggi conviene avere un archivio parallelo. So che sembra confusionario avere un po' di cose digitali e un po' su carta, ma alla fine si prende l'abitudine e si risparmiano tonnellate di carta
14 giugno 2009: il giorno quando i primi treni andarono con un solo agente di condotta
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby MünchnerFax » Wed 29 May 2013; 10:32

Forse non vado fuori tema e forse sì, ma mi sembra pertinente raccontarlo.

Come è naturale, ho parecchi conoscenti italiani da queste parti e come è naturale, ogni tanto abbiamo tutti a che fare col consolato locale per le pratiche burocratiche. Devo puntualizzare che siamo fortunati perché questo consolato non è un exemplum di inefficienza come invece si sente spesso dire di altri consolati sparsi per il mondo. Bene, non so quante volte ho già sostenuto una discussione di questo tipo:
Interlocutore X: Ah devo andare al consolato a fare [una pratica non particolarmente esotica, es. cambio di residenza o rinnovo carta d'identità], è tutto uno schifo signora mia
Io: E perché? Raccontami
X: (Prima del 2012) Eh bisogna andare agli uffici di persona e perdere una mattinata del proprio tempo in mezzo a famiglie discendenti della prima ondata migratoria isteriche e nullafacenti vari - (dopo il 2012) Ora che hanno messo il sistema della prenotazione obbligatoria di uno slot temporale dal loro sito per presentarsi di persona ed evitare il casino generale nel consolato, si ottengono appuntamenti a un mese di distanza [NB detto da uno che per tre anni non ha cambiato residenza e si sveglia una settimana prima delle elezioni a cui intenderebbe votare] - (sia prima che dopo il 2012) e poi al telefono non rispondono mai e poi mai.
Io: scusa ma perché non vai sul sito del consolato, ti leggi cosa devi fare per [pratica in questione] che c'è tutto scritto, scarichi il modulo per [pratica in questione], lo compili, lo chiudi in una busta e lo spedisci? Sono dieci minuti e 58 cent di francobollo.
X: Sèè, arrivi te a insegnarmi come si sta al mondo, lo sai che gli enti pubblici italiani si perdono tutto e fanno casini con le carte.
Io: Sarà, ma io col consolato ho già fatto A, B, C, D, E per posta oppure per e-mail e non è mai successo niente di spiacevole. Quando ho dovuto far mettere il timbro per prolungare la scadenza della carta d'identità gliel'ho spedita direttamente in busta chiusa con posta ordinaria con una lettera d'accompagnamento e 3,50 € di francobolli per rispedirmela per raccomandata quando avessero finito.
X: [espressione smarrita]
Io: [espressione di sufficienza]
X: [commenti di ravvedimento tipo "se l'avessi saputo prima", o alternativamente commenti scanzonati che confermano la sfiducia]

La morale è la seguente, non so se faccio bene a estenderla all'italiano-tipo ma vale sicuramente per quelli che frequento io quotidianamente, e già sono tutti di una certa categoria: relativamente giovani o giovani tout court, con qualifiche alte e con parecchio tempo di esperienza all'estero e di contatti con altre culture. La morale è che agli italiani il contatto fisico e personale con la burocrazia piace e sono disposti a perdere del tempo pur di avere questo contatto ed essere sicuri di "mettere pressione" alla controparte, poiché hanno un'endemica diffidenza sia verso il prossimo in generale (e qui non mi escludo nemmeno io), sia verso le tecnologie (nuove e vecchie: anche la posta!), sia infine verso qualunque funzionario o impiegato dell'ente o azienda controparte, e questo anche in casi dove la tecnologia è un oggettivo aiuto a risparmiare ore del proprio tempo. Non deve essere necessariamente un ente pubblico. Conosco la realtà di un call center di un autonoleggio per tutta Europa dove la maggior parte delle chiamate arrivano dall'Italia: i latini e soprattutto di gran lunga gli italiani preferiscono prenotare un'auto a voce con un operatore piuttosto che fare da soli, mentre altre nazionalità prenotano per i fatti loro via internet e telefonano solo per chiedere dubbi o fare modifiche dell'ultimo minuto o per altre situazioni particolari.
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby Trullo » Wed 29 May 2013; 10:40

Mi riconosco soprattutto nell'ultima parte del messaggio
Cerco di evitare i contatti "fisici" con la burocrazia essenzialmente per non perdere tempo, ma tendo a usare molto il telefono per cose che altri sbrigano via email (anche in ambito lavorativo) e a cercare di instaurare un contatto sia pure solo "vocale" con la controparte
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby GLM » Thu 30 May 2013; 1:05

skeggia65 wrote:
Federico_2 wrote:Guardiamo per esempio la gestione pagamenti.

Sì, ecco: prima avevo i modelli F24 della banca, che compilavo a mano e consegnavo alla cassa della banca medesima.
Ora faccio tutto via internet e MI DEVO STAMPARE copia delle quietanze medesime.
Bel risparmio di carta.
Per le banche.


scusa, ma cosa ti impedisce di pagare l'F24 in banca?
Non sono previste fermate intermedie
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby brianzolo » Thu 30 May 2013; 9:15

L’articolo 37, comma 49, del decreto Bersani (D.L. 223/06) stabilisce che i soggetti titolari di partita IVA dal 1 ottobre 2006 sono tenuti ad effettuare i versamenti fiscali e previdenziali dovuti ai sensi degli art. 17, co. 2, e 28, co. 1, del Dlgs 241/1997, esclusivamente mediante modalità telematiche, anche servendosi di intermediari.

I contribuenti non titolari di partita IVA restano esclusi da tale obbligo e potranno continuare ad effettuare i versamenti con modello F24 cartaceo presso gli sportelli degli uffici postali, delle banche o dei concessionari della riscossione.

Con la circolare n. 30 del 29 settembre 2006 l'Agenzia delle Entrate fornisce alcuni chiarimenti interpretativi sulle disposizioni.
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby skeggia65 » Thu 30 May 2013; 12:09

Come spiega le cose Brianzolo... :D
Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby S-Bahn » Thu 30 May 2013; 13:19

Parla come un libro stampato! :mrgreen:
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby brianzolo » Thu 30 May 2013; 13:56

domanda specifica risposta specifica :wink:
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby EuroCity » Thu 30 May 2013; 16:07

Il problema di gran parte della tecnologia "popolare" di oggi è che si fonda quasi solo su "gadget" individuali, invece che su apparecchiature condivise.

Per esempio, una volta c'erano le fotocopiatrici in stazione e nella MM - oggi, invece, o fai tutto da te (Officejet, ...), oppure vai in cartoleria o in posta.

L'aspetto pubblico, dunque, era più marcato, una volta: e si sarebbe dovuti proseguire anche su questo versante, oltre che su quello "individuale"...

Per esempio, con terminali multifunzione, collegati al web, sparsi per tutti quartieri, le vie e le piazze delle città; oltre al Wi-Fi pubblico e simili.
Last edited by EuroCity on Thu 30 May 2013; 16:10, edited 2 times in total.
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Re: Dipendenza dalla tecnologia

Postby fra74 » Thu 30 May 2013; 16:09

Mi spieghi cosa cambia andare in una stazione MM o in una copisteria?
“There is a greater darkness than the one we fight. It is the darkness of the soul that has lost its way. [...] Greater than the death of flesh is the death of hope, the death of dreams.”
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