friedrichstrasse wrote:Sì, ma questo vale per gli immigrati.
Per i loro figli, nati in Italia, di fatto non esiste nessun percorso di integrazione possibile, perché sono nati qui e pertanto hanno di fatto un legame con questi luoghi.
D'altra parte però sono italiani, ma "diversi"; e sono diversianche dai compaesani rimasti nel loro paese...
Insomma, un gran quarantotto, che purtroppo peggiora col tempo, con l'integrazione e con le generazioni.
S-Bahn wrote:Peraltro non illudiamoci che una cittadinanza, ammesso che sia così tanto desiderata, aiuti l'integrazione.
In Germania, Inghilterra e soprattutto in Francia il terrorismo islamico arruola individui di seconda e terza generazione, con tanto di cittadinanza locale.
S-Bahn wrote:Dopo lo show Masala magari qualcosa di ragionato...
http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli ... UajD1SGMb4
GLM wrote:nel concreto, quali sono i vantaggi e svantaggi di essere un cittadino extracomunitario minorenne in italia?
Un altro esempio, in situazioni più sfortunate, rigruarda il mancato accesso ai servizi sociali, che sono un diritto del cittadino italiano, mentre per il cittadino straniero sono legati alla regolarità del permesso di soggiorno a sua volta legato alla posizione lavorativa. In parole povere un ragazzo italiano se i genitori perdono il lavoro
ha diritto a scuola, sanità, ecc. Un ragazzo peruviano se i genitori perdono il lavoro rischia di perdere il permesso di soggioro e tutti i diritti ad esso correlati e di diventare un clandestino
skeggia65 wrote:Il nostro Gabri Mi Tn, fosse stato un figlio di immigrati, non avrebbe quindi potuto essere consigliere comunale, un pio di anni fa, dato che non avrebbe potuto chiedere la cittadinanza.
Avrebbe dovuto richiederla e ottenerla nel giro di meno di cinque giorni.
E io ora non avrei le nuove paline dei bus sotto casa.
skeggia65 wrote:I figli dei baristi (Cinesi) miei vicini sono nati qui, studiano qui, hanno amici qui (Italiani e tutto ciò che offre la zona) avranno visto Shanghai si e no un paio di mesi in quattordici anni. Hanno pure i nomi italiani.
Stesso discorso per un animatore Albanese dell'oratorio sotto casa. Ora sta dando la maturità. Di andare in Albania non ne ha la minima intenzione, se dovesse lasciare l'Italia sarebbe per fare un percorso simile a tanti ragazzi Italiani in cerca di sbocchi migliori di quelli che offre il nostro Paese.
skeggia65 wrote:Questo è dovuto più a un "vuoto" sociale di cui sono vittime. Senza attribuire responsabilità di sorta (è la società che li emargina, o le loro comunità sono eccessivamente chiuse, con la conseguenza di "autoemarginarsi"?).
Trullo wrote:Per esempio, non essere cittadino italiano rischia di rendere difficile o impossibile viaggiare all'estero. Da un lato perchè per molti paesi ci sono accordi con l'Italia ma non con il paese di origine del giovane (un cittadino italiano per andare negli USA ha bisogno di un visto che è una semplice formalità, viceversa per chi è cittadino per esempio ecuadoriano o peruviano non è facile ottenerer il visto di ingresso negli USA) dall'altro perchè una lunga permanenza all'estero "interrompe" il periodo di permanenza in Italia necessario all'ottenimento della cittadinanza (precludendo quindi per esempio il classico "anno all'estero" degli scambi culturali). C'è poi il tema della farraginosa burocrazia legata al permesso di soggiorno: non ricordo i dettagi, ma la mia ex, ecuadoriana, quando doveva rinnovare il permesso di soggiorno (oltre alle umilianti file in commissariato) riceveva un documento temporaneo che durava quelche settimana nela quale non era permesso l'espatrio neanche nei paesi UE (essendo un documento temporaneo e avente validità solo in Italia)
Un altro esempio, in situazioni più sfortunate, rigruarda il mancato accesso ai servizi sociali, che sono un diritto del cittadino italiano, mentre per il cittadino straniero sono legati alla regolarità del permesso di soggiorno a sua volta legato alla posizione lavorativa. In parole povere un ragazzo italiano se i genitori perdono il lavoro
ha diritto a scuola, sanità, ecc. Un ragazzo peruviano se i genitori perdono il lavoro rischia di perdere il permesso di soggioro e tutti i diritti ad esso correlati e di diventare un clandestino
Trullo wrote: C'è poi il tema della farraginosa burocrazia legata al permesso di soggiorno: non ricordo i dettagi, ma la mia ex, ecuadoriana, quando doveva rinnovare il permesso di soggiorno (oltre alle umilianti file in commissariato) riceveva un documento temporaneo che durava quelche settimana nela quale non era permesso l'espatrio neanche nei paesi UE (essendo un documento temporaneo e avente validità solo in Italia)
friedrichstrasse wrote:chi è straniero è diverso. O nell'aspetto fisico, o nelle tradizioni familiari, o nel sistema di valori, o semplicemente nel cognome.
Anche chi nasce qui ed è perfettamente integrato, sa che è e che resterà sempre "qualcosa d'altro", e questa contraddizione irrisolvibile genera frustrazioni che si accentuano con le generazioni.
skeggia65 wrote:come verrebbe tradotto John Woodcock?
skeggia65 wrote:la "mia" soluzione è quella della doppia ...cittadinanza ai nati in Italia, fino al compimento della maggiore età. Si garantirebbero loro i diritti di ogni cittadino italiano, si eviterebbe loro un'imposizione
friedrichstrasse wrote:Dove sta scritto che essere straniero significhi non avere diritti garantiti dalla legge, o essere condannato in perpetuo a una burocrazia inefficiente e umiliante?
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