Vero, ma "la curva" è solo una parte del problema, uno è la mancanza del deposito.
Ma ho anche detto che
skeggia65 wrote:Se poi il parco mezzi non è abbastanza nutrito, i fermi per manutenzione ordinaria si riducono al minimo, accelerando l'usura e accorciando gli intervalli per le manutenzioni più importanti.
che è ciò che accade con M5.
La questione è quella della differenza di costi di manutenzione tra un metrò tradizionale e uno leggero.
Dico che la cosa non si riduce ai soli carrelli e aggiungo che, per le sue caratteristiche, un metrò "leggero" invoglia a percorsi più tortuosi, in virtù anche del minore interperno e della possibilità di avere raggi di curvatura più stretti, cosa obbligata per M5 che ha dovuto fare i conti con una variante che tenesse conto di tutto ciò che era già previsto/in costruzione di sopra.
Però, per M4, la curva tra san Babila e Monforte promette bene.
Ciò significa che, se da una parte può darsi che un numero minore di carrelli permetta un certo risparmio per UDT (che comunque sono 5 invece di 6), i raggi di curvatura più stretti di certe curve accorcia la vita di bordini, rotaie e ruote.
Una cosa ho dimenticato di dire a Carrelli: un treno "tradizionale è composto da 2 UDT da tre casse, per una lunghezza complessiva del convoglio di 108 metri.
Un treno M4 o M5 è composto da una sola UDT da 4 casse lunga 54 metri.
Quindi il confronto va fatto per UDT non per convoglio.
5 carrelli invece di 6.
Anche escludendo il fattore curve, con tutte le voci che concorrono a formare il costo della manutenzione, un carrello di differenza non è poi gran cosa.