stefralusi wrote:L' obiettivo della clientela dovrebbe essere avere dei mezzi decenti e delle frequenze ben cadenziate. L'obbiettare questo a volte mi sembra piuttosto gratuito se paragoniamo la nostra Milano con altre realtà urbane. Cominciamo a puntare il dito sull'uso/abuso di troppi permessi per il centro, troppo traffico attorno alle vecchie mura, scarsita di aree pedonabili, troppa sosta selvaggia e maleducazione in genere del traffico privato.
D'accordo su tutto, tranne che sui permessi per il centro. Il centro è aperto a tutti (possiamo discutere se ciò sia un bene o un male, ma è così). Aggiungerei che il Comune mostra di avere una politica strabica o perlomeno non coerente sulla mobilità in città, e ciò peggiora le condizioni in cui ATM deve operare. La scarsa regolarità delle linee in sede promiscua mica dipende da ATM, è evidente. Così come è evidente che non è colpa di ATM se ci sono poche sedi riservate o non si riesce a istituirne di nuove e soprattutto a farle rispettare.
stefralusi wrote:L'AC nelle vetture resa vana da chi apre un solo finestrino perche nn capisce nulla. se poi su un parco di vetture dall'età media che sfiora i 5 anni si trova qualche guasto, credo che possa capitare, ma spesso si fà un fascio di un filo d'erba.
Anche su questo pienamente d'accordo.
stefralusi wrote:Che ci siano artefizi contabili è un conto, ma almeno le linee e le corse esistono e sono reali e non inventate come succede in altri posti. Ovvero PRODUCE un SERVIZIO che ha dei costi come possono essere i costi di una fabbrica di biscotti, con la differenza che se la fabbrica di bisccotti non vende un prodotto, si ferma e risparmia. Chi deve erogare un servizio, ha comunque dei costi perche deve comunque svolgerlo.
Non ho detto che ci sono artifici contabili. Ho detto che parlare di attivo sia un artificio contabile: il bilancio di ATM è trasparente e non truccato (almeno spero...). Sul servizio: l'esempio dei biscotti serve per capire che chi fa impresa privata produce per avere un utile. Chi fa impresa svolgendo un servizio pubblico non deve avere come obiettivo primario quello di fare utile, ma erogare il servizio che, da contratto, è obbligato ad erogare. I relativi costi sono in parte coperti dalle sovvenzioni, e ciò è regolato dal contratto di servizio stesso. Chi fa biscotti non prende soldi dallo Stato, chi fa girare i tram sì. Il fabbricante di biscotti risponde a se stesso, al massimo ai suoi azionisti, e deve fare utile se non vuole chiudere la baracca. Se la fabbrica di biscotti si ferma, risparmia sulle spese correnti, ma dopo un po' deve chiudere pure lei. L'erogatore di un servizio pubblico risponde alla collettività, quindi deve erogare il servizio nel rispetto dei parametri di qualità definiti dal contratto. Sono due cose molto diverse.
Con tutto questo, mi pare di avere portato buoni argomenti per sostenere che ATM faccia tutto sommato bene il suo lavoro, considerando la scarsità di risorse messe a sua disposizione. Non esagererei nel sostenere né che sia tutto rose e fiori, né che vada tutto male. Credo che nel complesso la situazione sia positiva, con criticità che in parte dipendono da fattori esterni ad ATM, altri interni. Il voler insistere nel dire che ATM fa utile mi sembra però francamente poco sensato.