Prima i tram e poi la metro
Secondo Marchini, «abbiamo la possibilità di potenziare in tempi molto brevi la copertura tranviaria. Una linea che va sul lungotevere, ad esempio. L’8 che possa arrivare fino al Colosseo. Un’altra linea che passa da Caracalla e torni indietro. Sono cose che hai tempo di fare in cinque anni. La metro C è importante come opera, va razionalizzata, ma non dimentichiamoci che non siamo Parigi né Londra. Quindi prima diamo ossigeno al traffico, liberiamo le risorse, poi ci ragioniamo sulla metro C. Atac? Ha un problema strutturale, non ha una contabilità industriale, fatta per fare utile sugli investimenti, ma è destrutturata, va reimpostata in maniera intelligente. Prima devo renderla efficiente, poi devo pensare se c’è troppo personale. C’è gente che non paga? Facciamo i tornelli. Gli autobus? Il 70% ha nove anni di vita, il 70% dei costi di manutenzione è dovuto al fatto che sono mezzi vecchi, devi fare investimenti seri e puntuali. Una volta che hai rimesso in moto l’azienda, e eliminate le ruberie, si può pensare a una razionalizzazione. Se fa una newco e trasporta le problematiche di quella vecchia, non si cambia niente».
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