by S-Bahn » Thu 04 January 2018; 11:09
Ultimamente, diciamo da fine novembre, ho tenuto d'occhio i valori dell'inquinamento atmosferico in particolare nell'area milanese.
Ci sono stati diversi sforamenti del limite delle polveri, in genere non molto oltre la soglia di 50 microgrammi. Ci sono stati invece sforamenti molto frequenti, direi quasi sempre, sulla CO, a volte anche oltre il doppio della soglia. Vedo però che tutta l'attenzione è rivolta solo alle polveri.
Ogni periodo mette alcuni parametri nel mirino. A volte per ragioni tecnologiche ma in questo caso mi sembra più per moda.
Negli anni '60 si misurava l'SO2, allora chiamata anidride solforosa. I valori erano alti e sono stati mitigati prima con i combustibili BTZ e poi il problema si è risolto con la diffusione del metano e la quasi scomparsa di olio pesante e carbone.
L'emergenze era lo zolfo e si prestava meno attenzione agli ossidi. Le polveri nemmeno si misuravano e quando è iniziato a fare qualche misura i valori erano folli ma non sembravano preoccupare nessuno.
Negli anni '80 e '90 si è posto l'accento su CO e NOx e si è sviluppata la tecnica dei catalizzatori per le emissioni del crescente parco auto. Le polveri non erano ancora nel mirino, tant'è che sui diesel ci si accontentava al più di qualche analisi qualitativa con l'opacimetro.
In anni più recenti si è posto giustamente l'accento sulle polveri, ma a quanto pare è diventata una moda tecnologica visto che la CO è fuori dai limiti molto più del PM10 e 2.5.
In particolare c'è un accanimento modaiolo contro il diesel. Toyota ha annunciato che, fuoristrada e veicoli commerciali a parte, i diesel escono dalla gamma offerta.
Questo accanimento è sbagliato e tardivo. Tardivo perché giunge quando il diesel da Euro 4 con FAP, e meglio con Euro 5 e 6, ha ormai risolto questo problema, e sbagliato perché per gli Euro 6 valgono gli stessi limiti per diesel e benzina, ma il diesel consuma almeno un 20% in meno a parità di potenza erogata. Come fa quindi ad essere più inquinante?
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel