by Trullo » Sat 25 October 2008; 9:57
Questione spinosa, quella dell'assorbimento degli aumenti contrattuali.
La mia opinione è sempre stata che la contrattazione individuale non può stabilire il salario, ma solo la quota di salario eccedente il minimo contrattuale. Se il mio contratto prevede per esempio 1200 euro, io non posso fissare con l'azienda il mio salario a 2000. Al più, posso accordarmi per una differenza di 800 euro rispetto al minimo: cioò, l'azienda riconosce che la mia professionalità vale 800 euro in più di quella del "medio" lavoratore che fa il mio lavoro.
Purtroppo, invece, nei testi dei rinnovi contrattuali si ammette di solito il principio dell'assorbibilità. Cioè, se il minimo passa da 1200 a 1400 e io prendevo 2000, continuo a prendere 2000 (in realtà il mio salario reale in questo caso scende, visto che il passaggio da 1200 a 1400 copre solo l'aumento del costo della vita, in relazione agli accordi del lugnio 2003. Quindi i 2000 euro che prendevo due anni fa hanno un valore diverso dai 2000 euro che prendo oggi)
In alcuni contratti nazionali, per esempio commercio e servizi, esiste la clausola esplicita di non assorbibilità. Quindi se il minimo passa da 1200 a 1400 e io prendevo 2000, da contratto dovrei passare a 2200.
Nonostante il contratto dica questo, alcune aziende continuano ad assorbire gli aumenti (preferendo l'eventuale vertenza all'applicazione di quanto i loro rappresentanti hanno firmato)
"Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato.“ (Rossana Rossanda)