Non è forse necessario, ma sarebbe un segno di attenzione verso un sistema complessivamente più moderno, riducendo i costi (minor numero di sottostazioni) e margini di assorbimento di potenza per mezzi con migliore accelerazione e migliore comfort interno. Sarei curioso di sapere quanto certi comportamenti di condotta dei tramvieri è dettato dal non poter assorbire abbastanza corrente.
Non è un lavoro facile, soprattutto con in giro tram di una certa età (anche le 4600-4700 vanno per i 70 anni di servizio e le 4900 verso i 50 anni). Non sarà necessario, ma un costante aggiornamento di una rete che si vuole mantenere “allo stato dell’arte” è qualcosa da considerare.
Ma d’altronde lo “stato dell’arte” prevederebbe anche l’asservimento “feroce” (come lo chiamo io, poi si può discutere sul quanto feroce), e qui già caschiamo male. Sono d’accordo.
Quando parlo di una revisione della rete tramviaria intendo anche tutto ciò, da fare senza indugi, con un piano ed un obiettivo chiaro. Decennale, non dall’oggi al domani, ma con tappe cadenzate e costanza di investimenti. Invece si procede alla conservazione dell’esistente ed alla sostituzione di ciò che proprio non si riesce a conservare, ma senza troppa solerzia.
Le mie ultime esperienze con il tram mi hanno procurato una pena continua: persino osservare come il lavoro di pochi anni fa in via Montello presenta già fessurazioni e distacchi di asfalto; e tutti quei cartelli di “tram a passo d’uomo”, comunque troppi.